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Libero libro recensisce "L'uomo che dipingeva con i coltelli" di Marco Mazzanti


“[...] Era incapace di godere delle cose e di amarle, non appena le aveva. Diceva di conoscere ormai la sua arte così a fondo, che essa non gli offriva più nessun segreto: e non offrendogli più segreti, non lo interessava più. [...] Gli restava, dunque, da conquistare, la realtà quotidiana; ma questa era proibita e imprendibile per lui che ne aveva, insieme, sete e ribrezzo; e così non poteva che guardarla come da sconfinate lontananze. [...]” (Ritratto di un amico - Natalia Ginzburg).Uso una citazione per descrivere l’ultimo lavoro di Marco Mazzanti, “L’uomo che dipingeva con i coltelli”, perché la trovo perfetta nel riassumere la trama.Dmtrj, nasce albino e cieco, vive sviluppando tatto, olfatto, gusto e udito per cogliere ogni sfumatura di un mondo buio e vuoto.Sfumatura, una parola di cui non ne conosce il significato, fin quanto un intervento eseguito da un forestiero, che si trova di passaggio nel suo paese, gli dona la vista. Una nuova vita in un mondo che si materializza dinanzi ai suoi occhi, ma nel mentre accosta le forme ad un nome, impara a conoscere colori e sfumature si rende conto che non prova sentimenti; il vuoto assoluto di un cuore che non apprende emozioni se non quelle che gli donano il dipingere e le sfumature di colori “impressi” negli esseri umani: “Pezzi di carne” e nulla più. Intraprenderà un viaggio o una fuga da qualcosa e verso un qualcosa che non sa definire, una ricerca costante che gli farà incrociare la strada di Scile.Scile è un giovane che si prostituisce per vivere, o forse, perché è l’unica cosa che sa fare in quanto è questa la vita che gli è stata insegnata sin da piccolo. Un giovane pieno di risentimento, odio e con una grande fame di vendetta.Cosa li unirà? L’”amore” per Asja, il distacco dai sentimenti, il considerare l’essere umano “carne” e il rosso colore del sangue.“L’uomo che dipingeva con i coltelli” è un libro che ti appassiona, per certi aspetti ricorda “Il profumo” di Patrick Süskind, i protagonisti (Grenouille nel “Il profumo”, Dmtrj, Scile) sono dei disadattati che vivono il proprio incedere con un grande malessere interiore.Bravo l’autore nelle descrizioni dei colori, riesce con metafore e similitudine a materializzare immagini che dalle pagine si trasferiscono nella mente del lettore, creando così dei veri e propri Flashback. Ma di contro si denota una mancanza di descrizioni nei momenti cruciali della narrazione, una pecca che purtroppo si sente alla fine della lettura, lasciando un po’ di amaro in bocca.


Note biografiche dell’autore:Marco Mazzanti, artista, scrittore e libero pensatore, è cresciuto leggendo le fiabe di William B. Yeats e coltivando la passione per tutto ciò che riguarda il “piccolo popolo”.Ama leggere, scrivere, disegnare o dipingere con l’acquarello ascoltando la musica. Collaboratore della rivista Historica – Il Foglio Letterario, gestisce un proprio blog – www.mmushroom.splinder.com – in cui intervista scrittori, editori ed artisti.

di Katia Ciarrocchi

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